Tra i vantaggi competitivi che possono essere ottenuti mediante un’opportuna gestione aziendale, vi è la riduzione del costo del prodotto ed il conseguente raggiungimento di un vantaggio di costo che può portare anche ad una posizionamento dell’impresa come leader di costo nel mercato di riferimento.
Lo stesso Porter afferma che “un'impresa ha un vantaggio di costo se i suoi costi cumulati per realizzare tutte le attività generatrici di valore sono più bassi di quelli dei suoi concorrenti”25; egli sostiene che per un’impresa che persegue tale strategia, è opportuno conoscere la propria posizione di costo relativa, rappresentata dal posizionamento dell’organizzazione rispetto ai concorrenti in termini di costi di gestione sostenuti durante il processo che va dall’ approvvigionamento delle materie prime alla consegna del prodotto.

Tali costi dipendono principalmente dalla capacità dell’impresa, lungo la catena di creazione del valore, di gestire le determinanti di costo, tra le quali vi sono le economie di scala26, le economie di apprendimento27, i costi sostenuti per l’approvvigionamento e l’abilità nel raggiungere la capacità produttiva ottima al fine di produrre un livello di output in grado di garantire l’utilizzo efficiente dei fattori produttivi ed un costo medio basso per ogni unità di prodotto realizzata.
Il Green Management può favorire il raggiungimento di un vantaggio di costo, attraverso l’implementazione del Green Supply Management, agendo in modo sostenibile sulle attività che costituiscono la catena del valore teorizzata da Michael Porter nel 1985 (Fig. 19).(Fonte: PORTER Michael, Competitive Advantage: creating and sustaining superior Performance. New York: Free Press, 1985)

In particolare è possibile agire sugli approvvigionamenti, che rivestono un’importanza fondamentale nella gestione del modello, riducendo all’origine i rifiuti legati alle forniture attraverso la riduzione o eliminazione degli imballaggi, regolando le emissioni di polveri sottili e sostanze inquinanti legate al trasporto delle materie prime attraverso l’ottimizzazione degli acquisti, individuando materie prime eco-efficienti in grado di sostituire materiali con impattiambientali maggiori e stimolare i fornitori ad adottare procedure gestionali orientate alla sostenibilità ambientale e preferire quelli dotati di certificazioni ambientali o energetiche, in modo da allineare la politica d’acquisto alla politica gestionale e di prodotto green dell’organizzazione.
Anche la gestione della logistica in chiave green può permettere il raggiungimento di un vantaggio di costo; in questa ottica il Green Supply Management agisce sulle attività di trasporto, stoccaggio, packaging e distribuzione, permettendo di ottimizzare i costi e, nello stesso tempo, di minimizzare gli impatti ambientali attraverso l’aumento dell’efficienza degli spostamenti delle merci e la riduzione degli spazi destinati allo stoccaggio con conseguente riduzione dei costi di gestione.
Per quanto riguarda le attività operative, la riduzione dei costi di produzione è ottenuta mediante la diminuzione dei consumi idrici ed energetici, attraverso la depurazione delle acque di produzione e l’utilizzo di impianti produttivi efficienti, oltre all’utilizzo di fonti di energie rinnovabili che garantiscono una riduzione del fabbisogno energetico esterno.
Se strutturato e gestito in modo adeguato, il Green Supply Management permette all’azienda che lo implementa di posizionarsi come leader di costo e di aumentare la quota di mercato oppure il margine unitario, creando valore sia per l’organizzazione stessa che per i consumatori (Fig. 20). (Fonte: Elaborazione Strategic Management Partners, 2010)